Storia del Comune

 

Recoaro Terme (m 450 slm; abitanti 6936) è posta in una conca verdeggiante di prati e di boschi, da cui il nome di “Conca di Smeraldo”, ed è circondata da un anfiteatro incantevole di montagne che si elevano oltre i 2200 metri, denominate le “Piccole Dolomiti”. Dal Monte Rotolon sorge il torrente Agno, dal quale trae il nome l’intera Valle.

I primi nuclei abitativi stabili risalgono all’età medioevale, quando le popolazioni di origine cimbra discese da nord colonizzarono il territorio fondandovi i primi agglomerati che ancor oggi rivelano, nel nome dei luoghi e in alcune tramandate consuetudini, le antiche origini germaniche. Le acque di Recoaro Terme, che sin dal 1404 faceva parte della Serenissima Repubblica di Venezia, hanno una fama di antica data: il Conte Lelio Piovene ne divulgò le virtù già nel 1689 e da lui prese il nome la Sorgente Lelia; il Graziani le illustrò nel 1701 e nel 1752 la Serenissima le dichiarò “bene pubblico”. L’Ing. Anton Mario Lorgna ebbe l’incarico di provvedere ai lavori di captazione delle acque e alla costruzione, nel 1779, del primo stabilimento termale: da quel momento Recoaro Terme fu presentata come unico centro termale per cure idropiniche della Serenissima.

Nel secolo successivo tutto questo diede vita a numerosi impianti termali e a una notevole espansione alberghiera che interessò soprattutto la zona centrale del paese. Tra i primi e più importanti alberghi vi furono il Giorgetti alle Fonti e il Trettenero in centro; ad essi si affiancarono ben presto il Fortuna, il Varese, l’Europa e molti altri. Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento si affermò il gusto ‘liberty’ in molte delle espressioni artistiche che si possono ancora leggere su alcune facciate degli alberghi del centro, nei fregi e nelle volute di molte decorazioni floreali e nei dettagli di molti elementi minori.

Fu negli anni attorno alla fine del XIX secolo che le stagioni termali recoaresi, con una disponibilità di circa tremila posti letto, raggiunsero il massimo numero di ospiti: quasi novemila .


Recoaro Terme poté vantarne di illustri: da Nietzsche a Verdi, da Mascagni alla Regina Margherita. Furono poi gli anni della Grande Guerra, con l’insediamento di consistenti truppe italiane nell’area, a portare a Recoaro Terme una stasi nel turismo, con la conseguente crisi dell’economia termale, gradatamente in ripresa dopo il 1920 ma in concorrenza con altre stazioni termali italiane ed europee, sorte sull’onda della moda del salutismo e della cura delle acque. Nel 1873 Antonio Caregaro Negrin aveva unificato le varie sorgenti al centro dell’abitato in un unico ‘parco termale’ dalla imponente architettura eclettica, solo parzialmente recuperato dopo i bombardamenti dell’ultima guerra.
 

Durante l’ultimo conflitto, Recoaro Terme fu infatti sede del Comando generale tedesco sud-ovest dal 1944 alla Liberazione e subì il 20 aprile del 1945 un bombardamento che fu il preludio alla successiva resa delle armate tedesche in Italia. Il ricordo del precedente complesso termale sopravvive nelle attuali Fonti Centrali, che raggruppano l’insieme delle sorgenti Amara, Lelia, Lorgna, Lora e Nuova, attualmente il complesso idroterapico principale di Recoaro Terme.


Ad esse si aggiungono, a poca distanza, le Fonti Staccate: Aureliana, Capitello, Pace, Franco e Giuliana. Oggi la principale attrattiva turistica è data dalla possibilità di praticare tutti gli sport alpini, comprese escursioni di varia difficoltà nel massiccio delle Piccole Dolomiti, che si affaccia alla testata della valle, sul Pasubio e sul Gruppo del Carega. Punto di partenza privilegiato è l’ampio pianoro in quota di Recoaro Mille (m 1007 slm) collegato con una cabinovia a Recoaro Terme e, con un altro impianto, al Monte Falcone con i suoi campi di sci.
 


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